JAZZ DAY
LA STRADA BIANCA E SFACCIATA
S’AFFACCIA SU UN LETTO DISFATTO
DAL PROFILO SENZA RIPOSO
VISSUTO E RUGOSO
SOLCATO DA PIEGHE E BISBIGLI
ONDE CHE IL VENTO CONFONDE
DUNE DI DESERTICI RISVEGLI.
IL SONNO SI DESTA
IL SOGNO SFUGGE
IL SENNO RIENTRA
IL SEGNO SI PERDE ANCORA.
DESIDERI GIÀ MASTICATI
S’APPOLTIGLIANO FERTILI
LIMO PER SCOMPENSI MATTUTINI
CONCIME SU INSPERATI DESTINI.
L’OROLOGIO CHE PARLA DA SOLO
NON RIESCE AD ASCOLTARSI
NON FA MAI IN TEMPO.
COSÌ SI RIPETONO NOIOSE
FRASI SCOMODE E NERVOSE
PRIVE DI LOGICHE ANALISI
DOMINANDO L’INCERTEZZA
DANNO COMPLESSI D’AUTOREVOLEZZA.
FUORI DALLA PORTA
UN FACHIRICO ZERBINO CHIODATO
RICHIEDE UN CALLOSO PIEDE
UN MUSCOLO BEN ALLENATO
O UNA GIORNATA DI SCORTA.
IL GIORNO È UN CORRIERE
CHE AMA IL SUO MESTIERE
RECAPITA UN INSULTO
INCARTATO IN UN COMPLIMENTO
FATTO CON SENTIMENTO
MA DI PERFIDO CULTO.
IL CAOS È DISGREGANTE
IMMOBILE UNO SQUILLO DI TROMBA
SEGNA IL PASSO SCANDITO
NELLA GRANDE MENSA D’ATTESA
IL PASTO È SCONDITO
IL MALUMORE SI AGITA
IL SILENZIO SI RIABILITA
RECLAMANDO SOTTOVOCE
IL DIRITTO A UN INUTILE DOVERE.
IL RICICLO È MANIACALE
MEMORIE ESAURITE
S’ACCUMULANO PER NON EVITARSI
DOVE IL NULLA SI DEFINISCE
L’OMBRA SVANISCE
VIAGGIO VERSO IL COMPOSTAGGIO
RITORNO ALL’ORGANICO
PRIGIONE APERTA
PIENA DI AGENTI ALLERTA
VIGILI D’UN CONSUMO FRENETICO.
CONTINUAMENTE SOTTO PROCESSO
L’AUTORIPRODUZIONE STENTA
LA RICOMPOSIZIONE È LENTA
NESSUN GIUDIZIO È CONCESSO
SOLO UN GRANDE SONNO
CHE RIACCIUFFA IL SOGNO
SI LIBERA DEL SENNO
RITROVANDO IL SEGNO.